Ghizzoni Marco - 2015 - I peccati della bocciofila by Ghizzoni Marco

Ghizzoni Marco - 2015 - I peccati della bocciofila by Ghizzoni Marco

autore:Ghizzoni Marco [Ghizzoni Marco]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Mystery & Detective, General
ISBN: 9788823511927
Google: v4vZBQAAQBAJ
editore: Guanda
pubblicato: 2015-04-07T22:00:00+00:00


«Lo sapevo!»

«Sapevi cosa?»

Ogni volta che il Cannizzaro apriva bocca, il Mancuso sbuffava. Era un bravo ragazzo, ma era pesante come una peperonata a colazione.

«Che mi avrebbe visto qui.»

«Ma chi?» chiese scocciato il brigadiere, e cercò di intercettare l’obiettivo dello sguardo dell’appuntato.

«Secondo te?»

«Ascolta, non ho voglia di fare gli indovinelli.» Non voleva ammetterlo, il Mancuso, ma si sentiva piuttosto nervoso. C’era troppa gente e troppe facce sconosciute.

«Ma la Elena, no! Gliel’avevo detto al maresciallo che volevo stare fuori al parcheggio.»

«Ancora con ’sta storia. Ma cosa vuoi che cambi?»

«Cambia, cambia.»

La Elena era un argomento che il brigadiere evitava come la peste. Dopo la figuraccia rimediata la domenica prima, si vergognava così tanto che cercava di evitarla e, se proprio proprio, la salutava a malapena. E infatti cambiò discorso.

«A proposito, ma il maresciallo dove sta?»

Niente. Il Cannizzaro non rispose. Si era addirittura alzato sulle punte per seguire gli spostamenti della sua innamorata fino a perderla tra la folla, dietro agli spalti.

«Stai tu qua?» chiese l’appuntato, «io faccio un giro di ricognizione.» E si allontanò senza neanche aspettare la risposta del collega.

Tanto meglio, pensò il brigadiere, non aveva per niente voglia di starlo a sentire.

Poi, il panico lo prese: e se fosse successo qualcosa proprio in quel momento? Per non saper né leggere né scrivere, si lanciò all’inseguimento dell’appuntato e lo raggiunse all’altezza del bar dove il Cannizzaro era stato spinto dalla folla che si accalcava intorno al bancone.

La Juliana li vide e li salutò con un sorriso a trentadue denti: «Qualcosa da bere?» urlò.

Il Cannizzaro fece di no con la mano senza neanche fermarsi ma il Mancuso, che gli stava alle spalle, lo tirò per la divisa rallentandone la corsa.

«Eddai, approfittiamone che con la divisa non dobbiamo neanche fare la coda!» gli disse facendogli l’occhiolino. «Passiamo davanti, prendiamo da bere e poi vai dove ti pare.»

Il Cannizzaro si guardò intorno e vide che non aveva alternativa; impossibile farsi largo in quell’ammasso di gente. Incrociò un paio di sguardi familiari, tra cui quello dell’Italo che si mise due mani a coppa davanti al petto per sottolineare le dimensioni del seno della Juliana, e allargò le braccia.

L’idraulico aveva deciso di comportarsi come al solito, fare lo gnorri, affinché nessuno potesse nutrire il benché minimo sospetto su di lui. Già la brasiliana non gliela aveva data, se poi doveva finire nei guai per colpa sua avrebbe fatto tombola.

«Bravo!» gli disse il brigadiere e gli diede una pacca sulla spalla.

I due carabinieri si portarono all’inizio della fila senza che qualcuno osasse obiettare.

«Io prendo una birretta e tu?»

«Una spuma» buttò lì l’appuntato senza far osservare al collega che non era il caso di bere alcolici in servizio.

«Una spuma» gli fece il verso il brigadiere.

La Juliana sorrise in direzione del Cannizzaro e gli riempì un bel bicchiere di chinotto. Nel farlo si sporse in avanti e all’appuntato cadde inavvertitamente lo sguardo nella scollatura abbondante e ancor più profonda del solito. Non poté fare a meno di sgranare gli occhi per un istante prima di ricomporsi.

Ma quell’istante non sfuggì alla Elena che aveva visto tutto dagli spalti su cui era appena salita.



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